Trash-talking, ritardi, incomprensioni, incazzature, sgambetti e tutto il repertorio di una sfida tesa sin da prima di iniziare hanno caratterizzato i giorni precedenti all’incontro.
Dopo una falsa partenza che ha messo in discussione onore e sportività dei due contendenti, il tutto archiviato senza lesioni fisiche o morali anche se rischiava di diventare un duello almeno al primo sangue, giovedì 30 i nostri si sono finalmente seduti al tavolo e confrontati al gioco dei re.
Provo a fingermi narratore onniscente di fatti a cui non ho presenziato, immagino i due incontrarsi nel circolo vuoto, scambiarsi taglienti galanterie scacchistiche, augurarsi buon gioco mentre gli occhi misurano ogni possibile cedimento dell’avversario, mettere in moto.
Mossa al bianco, Gioele non ci pensa un secondo e gioca 3.Cd2, l’inizio della variante tarrasch, Alberto altrettanto rapidamente, ma senza la fretta della giovinezza, sceglie 3…c5, sicuro della sua francese.
La partita prosegue: 4.exd5 Dxd5 5.Cgf3 cxd4 6.Ac4 Dd8, non la ritirata più comune, 7.0-0 Cf6 8.Cb3 Ae7, il nero sviluppa il lato di re anche se probabilmente controllare il centro sviluppandosi con Cc6 sarebbe stato meglio.
Il bianco riprende comodamente il pedone con 9.Cbxd4, il nero mette al sicuro il re, 9…0-0, e il bianco porta in gioco il suo quarto pezzo leggero, 10.Af4. Alberto si ferma a pensare, non vede debolezze nella posizione e gioca con riluttante naturalezza 10…Cd7, non è ancora un errore ma permettere 11.Cb5 senza una valida risposta in mente può rivelarsi pericoloso; il silicio consigliava 10…Ad7, difendendo b5, oppure 10…Ch5 attaccando f4, anche l’umana 10…a6 dovrebbe funzionare.
Il bianco decide di andare a pesca e piazza con esagerata enfasi il cavallo in b5, di colpo c7 è sotto tiro e i pezzi neri sono stretti, congestionati, ci vorrebbe calma e sangue freddo per districarsi da una posizione che in poche mosse rischia di volgere al peggio. Dopo 11.Cb5 il nero può proseguire tranquillo con 11…Cb6 (anche 11…Ce8 pare andare benino), ma il malevolo spettro del passato gli suggerisce la mossa che prima avrebbe funzionato e ora lo porta dritto alla sconfitta, 11…a6 12.Ac7.
Ancora un paio di mosse e il nero abbandona non volendo proseguire una partita compromessa troppo presto, la debolezza delle case nere c7-d6 è fatale e comporta una perdita di materiale. Viene in mente un’altra famosa tarrasch, diversa per sottovariante ma simile per brevità: S. Tarrasch – K. Eckart.
Il bilanciere segna 1-0 a sfavore della francese, il primo confronto è stato secco e conciso, si tratta della spesso citata fortuna del principiante? o il nero ha dimenticato di affilare le sue armi?
Si vocifera che un certo Siegbert stia facendo da secondo al bianco, il nero invece di chi ha (o non ha) seguito i consigli?